Stanno partendo i monitoraggi delle popolazioni di cinghiali del terriorio della provincia di Chieti, che porteranno ad un piano di interventi mirato per affrontare al meglio le criticità di ogni zona. La collaborazione con gli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) subprovinciali Chietino-Lancianese e Vastese permetterà avviare una fase gestionale nella quale si darà esecuzione, a decorrere dal 1° giugno, agli abbattimenti in regime di selecontrollo, su conforme parere ISPRA, nonché all'attuazione di misure di prevenzione e dissuasione per ridurre l'impatto sulle colture agricole.
Ci saranno due tipi di interventi: il primo prevede, grazie ad una sinergia con la Prefettura di Chieti e con le Amministrazioni Comunali interessate, una risposta immediata tramite cattura e selecontrollo nelle zone più critiche a livello di sicurezza e di danni all'agricoltura. Il secondo intervento prevede un programma triennale, con il quale sarà avviato un attento monitoraggio sanitario sulla specie, che porterà a fare chiarezza sull'incidenza della trichinella e su altre possibili patologie di cui occorre tener conto in una corretta attività di gestione faunistica.
"Contestualmente - afferma l’Assessore Moroni - ho voluto fortemente la partenza, con gli abbattimenti, di un piano sperimentale di trattamento igienico sanitario che, nel rispetto dei regolamenti dell'Unione Europea, consentirà l'autoconsumo in sicurezza delle carni, nonché la possibilità della lecita cessione diretta od anche la commercializzazione in favore di apposite filiere che potranno fungere da volano per le economie del territorio. Perciò, saranno creati e autorizzati dei centri di sosta e di raccolta dei capi abbattuti, e saranno promossi degli accordi di filiera per la commercializzazione di carni e prodotti lavorati".
L'effettuazione dei censimenti preliminari, unitamente all'acquisizione di dati biometrici in esito ai prelievi assentiti, forniranno i primi dati attendibili sullo status della specie a livello provinciale, permettendo di conoscerne le strutture e densità di popolazione ai fini di una migliore gestione venatoria, nel rispetto delle esigenze di conservazione della specie, compatibilmente con gli interessi vocazionali della produzione agro-forestale e nel rispetto della tutela dell'incolumità pubblica e della sicurezza stradale.
L'Assessore annuncia un giro di vite anche sull'annosa piaga del bracconaggio: "una maggiore presenza sul territorio, lo stimolo ad un approccio venatorio di qualità , la trasformazione della fauna selvatica da problema a risorsa, la valorizzazione delle pregiate carni della selvaggina, fungeranno da ampio deterrente e permetteranno di invertire un fenomeno da ascrivere all'età medioevale".