PAGLIETA. L'ex istituto agrario cambia look, per lo meno dal punto di vista della destinazione d'uso e delle potenzialità della struttura che da scolastica diventa industriale e commericiale. Il complesso di 74mila metri quadri che una volta ospitava l’istituto agrario di Paglieta, chiuso dal 2006, è stato messo all'asta dalla Provincia per rimpinguare le casse dell’ente, ma finora nessun privato ha inteso pagare quasi 5milioni di euro per la struttura. Di qui la decisione dell’ente di renderla più “appetibile”. Nei giorni scorsi è stato presentato un progetto di valorizzazione per portare in Val di Sangro nuovi insediamenti produttivi, occupazione, energia e servizi innovativi.
Il settore Urbanistica della Provincia ha così redatto un progetto per far diventare l’ex scuola un complesso di rilievo strategico per l’area. “La vicinanza con il casello autostradale dell’A14 e alla zona industriale sono di fondamentale importanza – ha sottolineato Nicola Campitelli, assessore all’urbanistica – abbiamo quindi pensato di suddividere il complesso in tre ambiti, uno per attività commerciali, espositive e di servizio alle imprese, l’altro per insediare attività industriali, artigianali e commerciali e l’ambito C per ospitare attività direzionali, di produzione di tecnologia avanzata, ristorazione, convegnistica e foresteria”. Il tutto con uno sguardo al rispetto dell’ambiente attraverso l’uso di moderne tecnologie a basso impatto ambientale e impianti autosufficienti dal punto di vista energetico.
“Abbiamo sempre creduto nella struttura – ha commentato il sindaco di Paglieta Nicola Scaricaciottoli – tanto è vero che ci siamo sempre preoccupati, grazie all’aiuto dei volontari, di tenere pulita l’area circostante. Questa situazione di stand-by per un complesso come quello dell’ex agrario durava da troppo tempo. Si tratta di un’area che non ha pari dal punto di vista logistico e questa idea progettuale è un’ottima base di partenza per costruire il futuro della città e del territorio”.
“Il progetto di valorizzazione dell’ex agrario – è intervenuto il presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio – ha due valenze fondamentali per l’ente: quella di vendere il patrimonio per non lasciarlo degradare e quello di dare una prospettiva non solo ai futuri investitori, ma anche a tutto il territorio”. Di Giuseppantonio ha inoltre insistito sulla necessità dell’ente di vendere alcuni “gioielli di famiglia” come strutture inutilizzare e case cantoniere “per ripianare il bilancio”. “Se non si riesce a vendere almeno parte del patrimonio – ha sottolineato il Presidente – per l’ente si prospetta il dissesto finanziario”. Finora il ricavo dalla vendita di immobili provinciali ammonta a un milione e mezzo di euro.