LANCIANO - Più di due ore di confronti, idee, proposte e tanta voglia di non darsi per vinti ma tentare il tutto per tutto. Ieri, la sala avvocati, finalmente gremita, era piena di tutti questi buoni propositi.
Dopo la pronuncia della Corte sull'inammissibilità del referendum abrogativo della riforma giudiziaria, gli avvocati non si fermano, ma continuano la loro protesta per scongiurare la chiusura del tribunale di Lanciano.
Ma la volontà venuta maggiormente fuori dall'incontro di ieri è quella di portare avanti un'iniziativa concertata, forte e decisa, con tutti gli altri territori interessati dalla riforma.
E' proprio questo il punto su cui hanno battuto i moderatori dell'assemblea, il presidente dell'Ordine degli avvocati di Lanciano Sandro Sala, l'avvocato Angela Marina Nigro ed i rappresentanti delle istituzioni, il sindaco Mario Pupillo ed il consigliere regionale Emilio Nasuti.
"Ciò che è necessario far capire a tutti - dichiara Nasuti - è che il cittadino viene depauperato del suo patrimonio". Una volta chiuso il tribunale, ci si troverebbe di fronte ad un impoverimento economico e sociale. "Quale giovane avvocato vorrebbe iniziare la sua carriera qui?" prosegue l'avvocato Aldo La Morgia.
Si è parlato di varie soluzioni, più o meno drastiche e di impatto. Una nuova astensione dal lavoro, manifestazioni a Roma, presenza nei maggiori programmi tv nelle reti nazionali per sensibilizzare la cittadinanza e c'è, addirittura, chi ha proposto di denunciare il Ministero perché non rispetta un diritto costituzionalmente riconosciuto, ovverosia quello alla giustizia.
Non sono mancate le critiche ai parlamentari abruzzesi, silenziosi e assenti, in tutte le manifestazioni. Ed è proprio su questo argomento che si sono un po' scaldati gli animi. "Se tutti i parlamentari si impegnassero - dice senza mezzi termini Nasuti - avremmo una forza pari alla metà del Parlamento". Ma purtroppo, dagli eletti abruzzesi non arriva nessuna presa di posizione, neanche dalla Pezzopane che è in commissione giustizia.
Il timore, forse fondato, è che non ci sia l'interesse della politica a cambiare questa situazione. Ma quello che gli addetti ai lavori vogliono far capire è che è bene ragionare sui costi e geografia, ma bisogna farlo con criterio e con uno sguardo reale ai possibili risparmi.
"Non è razionale che ci siano due grossi poli come Chieti e Pescara così vicini - è la posizione della Nigro - mentre il sud dell'Abruzzo rimarrebbe totalmente fuori". Senza contare l'impossibilità logistica di Chieti, di accogliere la mole di lavoro anche di Lanciano, Vasto e della sede staccata di Ortona.
La riforma prevede la chiusura di ben 900 tribunali in tutta Italia ma ciò che si andrebbe ad avere non è un reale risparmio, ma allungamento ulteriore dei tempi della giustizia, come è possibile vedere nei tribunali già accorpati, fascicoli assiepati nei corridoi e aumento dei costi per l'utenza. Ed è proprio l'utenza che, oggi, è importante sensibilizzare.
"Le iniziative isolate non hanno più senso - afferma l'avvocato Di Toro - oggi dobbiamo unire tutti i tribunali interessati in un'unica protesta e capire fino a che punto si può innalzare lo scontro e creare disagi".
Nell'elencare i parametri che, secondo il Ministero, denotano un tribunale virtuoso, il presidente Sala ha dimostrato come questi principi siano stati spesso disattesi.
Nessuno ha intenzione di fermarsi, si pensa anzi a come alzare il tiro. Ciò che è certo, come ha detto più volte il sindaco Pupillo "noi faremo di tutto affinché il tribunale resti qui a Lanciano".

