LANCIANO - Pacifico ma deciso, senza colori politici, ma sentito e partecipato. Questo il corteo che questa mattina si è snodato per le vie di Lanciano, per dire no alla chiusura del Tribunale. Gli addetti ai lavori, i sindacati e gli amministratori locali erano presenti tutti, la cittadanza un po' meno. Nonostante la macchina informativa messa in atto dagli avvocati del foro di Lanciano, i cittadini, forse presi dal caos natalizio, non hanno ancora ben capito cosa comporterebbe la chiusura del Palazzo di Giustizia in città .
Ed il corteo di oggi voleva farsi sentire, con fischietti, bandiere e slogan, e rendere partecipe tutta la città , per dire insieme un no secco e deciso alla riforma della giustizia del Ministro Cancellieri.
Non ci sono ragioni di risparmio per Stato, né per i cittadini, semmai il contrario. Servono infatti 10 milioni di euro solo per rendere agibile il Palazzo di Giustizia di Chieti, danneggiato dal terremoto del 2009. E gli aggravi che saranno trasferiti a carico dei cittadini, imprese e professionisti dei circondari di Lanciano e Vasto, per accedere ai servizi che dà un Tribunale, saranno di circa 50 milioni di euro.
Gli inevitabili disservizi e l'allungamento della durata dei processi conseguenti alla concentrazione di tutta l'attività giudiziaria in una struttura inidonea e insufficiente a reggere anche solo gli attuali carichi di lavoro faranno sì che anche efficienza e sicurezza avranno un brusco stop.
Ed il conseguente impoverimento del territorio frentano e vastese, in favore di una cospicua concetrazione di attività , occupazione e ricchezza nel comprensorio di Chieti-Pescara, con perdita di prospettive culturali, lavorative e di opportunità per i giovani e per le future generazioni.
Sono questi alcuni dei motivi che hanno spinto gli avvocati a scendere oggi in piazza ed a formare un comitato promotore di un referendum abrogativo per la legge che ridisegna la geografia giudiziaria. Il 20 gennaio ci sarà la pronuncia della Corte sull'ammissibilità del referendum. Ma fino ad allora la protesta non si fermerà , sperando di riuscire a salvare il Tribunale di Lanciano senza ricorrere all'incognita dei quesiti referendari.

