LANCIANO. La dichiarazione del capogruppo dei Verdi Walter Caporale su una possibile soppressione dell’Ater in città arriva come un fulmine a ciel sereno. L’annuncio segue un periodo di calma apparente in un anno in cui si è perfino festeggiato l’anniverario dei 90 anni dell’istituto case popolari più antico d’Italia. “Il giorno di martedì 21 giugno potrebbe segnare la morte di Lanciano – annuncia senza mezzi termini Caporale - la seconda Commissione Regionale si esprime sulla Delibera n.737/2010 della Giunta Regionale che riduce le Ater da 5 a 4, tagliando proprio quella di Lanciano che pure è in attivo ed è virtuosa”.
Un taglio che, secondo i Verdi, “sarebbe una vergogna ed uno schiaffo inaccettabile per la città di Lanciano”. A decidere il taglio, che in realtà è una fusione con la Ater di Chieti, è l’azione di "razionalizzazione dei servizi" che si sta operando in Regione, la stessa che ha portato alla chiusura della Asl.
In questo caso si taglierebbe l’Ater più antica della regione, fondata nel 1921 e con uno dei pochi bilanci chiusi in attivo e una gestione degli alloggi, manutenzione del patrimonio e del livello di morosità tra i più bassi d’Italia. Dati brillanti confermati nelle scorse settimane proprio dal commissario di Lanciano-Vasto, Tobia Monaco.
"La situazione aziendale è ottima - aveva commentato Monaco - la morosità è bassissima, non ci sono situazioni debitorie, il costo del personale è tra i più bassi tra le Ater. La politica regionale è volta a razionalizzare gli enti e ridurre i costi, ma ci sono aziende, come le Ater, che è difficile fondere sia sul fronte gestionale, perché operano in Comuni con esigenze urbanistiche diverse, che su quello economico".
Per Monaco cancellando l'Ater frentana, che serve 76 comuni e un patrimonio di circa 2mila e 100 alloggi, si rischia di cancellare un modello virtuoso. Un appello che è caduto nel vuoto visto che domani si deciderà della soppressione dell’ente frentano. “Fermerò in Commissione Regionale questo “scippo” - assicura Caporale - l’ennesimo fatto ai danni della città e che segue quello della sede della Asl”.