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"Intermediario finanziario" è così che si definiva ma in realtà gli sono stati sequestrati milioni di euro di beni

Nel corso della conferenza stampa di stamane in Procura rese note il risultato delle indagini che hanno portato al sequestro dei beni di Felice di Fazio e di Ucci Angelo Domenico proprietario Anxauto

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I fatti che riguardano il già pregiudicato Felice di Fazio di Guastameroli erano già noti, dall'usura alla truffa passando per lo spaccio, quello che è nuovo è che la procura di Lanciano su disposizione del Tribunale di Chieti è riuscita questa volta a sequestragli tutti i beni che erano proventi delle attività illecite da lui svolte. 2 terreni in San Vito, 3 fabbricati in  un magazzino in Santa Maria Imbaro, 8 autovetture e per finire 2 lussuosi appartamenti situati lungo corso Trento e Trieste a Lanciano. Proprio questi ultimi, formalmente acquistati nel 2001,sembrano trattarsi del frutto "ottenuto" in cambio di droga alla proprietaria che li ha praticamente dovuti regalare al Di Fazio. Attualmente, grazie all'applicazione della legge in materia di antimafia al pregiudicato sono stati sequestrati tutti quei beni che non erano stati requisiti nelle passate indagini, perchè intestai a terzi, e che ammontano a circa un milione e mezzo di euro. A carico della sua persona  sono stati inflittiv3 anni di sorveglianza speciale con l'obbligo di dimora in città e il divieto di uscire dopo le 19.

Altra storia è quella di "Anxauto" di Ucci Angelo Domenico, storia nota alle cronache ma che ha visto anch'essa una svolta in fatto di sequestri  fra cui spicca quello di una Ferrari.

Il metodo per truffare lo Stato e la Fiat era tutto sommato semplice: falsificazione di documenti  delle autovetture tanto da far ottenere i contributi alla rottamazione e falsificazione dei tesserini del dipendenti Fiat ai quali è riservato uno sconto speciale sull'acquisto delle autovetture. L'indagine ha scoperchiato un sistema che era poi stato copiato da altri malviventi e che aveva prodotto nelle casse dell’azienda automobilistica un vero e proprio “buco”. I numero delle truffe rimane ancora incerto
 

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