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Casoli: manifestazione dei sindaci per la riapertura del Consalvi

Il corteo parte domani alle 18 davanti il Municipio

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CASOLI. Sono chiamati a raccolta domani alle 18 davanti il Municipio di Casoli, tutti i sindaci, i medici, i pazienti e i cittadini del Sangro-Aventino per una grande manifestazione che chiede a gran voce la riapertura dell'ospedale Consalvi. Alla luce della recente sentenza del Tribunale amministrativo dell'Aquila che ha decretato che l'ospedale di Casoli non doveva essere chiuso, il sindaco Sergio De Luca, da poco rieletto, ha deciso di far tornare i riflettori sulla vicenda. La sentenza è infatti immediatamente esecutiva, ma il governo regionale ha già annunciato di voler fare ricorso al Consiglio di Stato. L'ospedale invece per De Luca deve "essere urgentemente riaperto". Il primo cittadino elenca una serie di circostanze per giustificare la necessaria riattivazione di tutte le prestazioni sanitarie: "I reparti di lungodegenza, riabilitazione e day surgery - spiega - non sono reparti per acuti, ma reparti per sub-acuti e quindi non generano il codice ospedaliero e possono essere mantenuti aperti come previsto dal Tar dell'Aquila nel rispetto di quanto previsto nella legge regionale 5 del 2008 ancora vigente e mai modificata o abrogata negli ospedali di territorio". Inoltre ad avvalorare la tesi di De Luca ci sarebbe il fatto che gli stessi reparti soppressi al Consalvi non sarebbero ancora stati attivati nè nell'ospedale Renzetti di Lanciano e nè in quello di Atessa lasciando il territorio privo di assistenza. Altro svantaggio legato alla chiusura del Consalvi sarebbe il fatto che non si sarebbe verificata nessuna riduzione di spesa perchè "tutto il personale in dotazione di questi reparti continua ad essere pagato anche se non produce più prestazioni sanitarie". Il sindaco di Casoli promette ancora battaglia sul fronte sanitario: "Se non provvederanno alla riapertura del Consalvi - annuncia - chiederò alla Procura della repubblica competente per territorio di verificare di chi sono le responsabilità delle mancate chiusure della chirurgia generale nella clinica privata di Chieti, del Centro nascite di Giulianova, della mancata chiusura dell'Ospedale di Sant'Omero che non rispettano i parametri di efficienza previsti". Secondo De Luca la Regione avrebbe attuato delle vere e proprie disparità nel piano di riordino sanitario. Laddove si assisteva ad una condizione debitoria inesistente, così com'era ad esempio per la Asl Lanciano-Vasto che addirittura presentava un avanzo di amministrazione di 1milione e 400mila euro, ci sono stati dei tagli maggiori, mentre la stessa cosa non si è verificata per altre Asl con dissesti economici ben più gravi.
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