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Giornata della Memoria, a Milano il ricordo del finanziere abruzzese Ermando Parete

Superstite del campo di sterminio nazista di Dachau e testimone della Memoria fino alla scomparsa nel 2016

redazione
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Il Premio Parete ha voluto celebrare il Giorno della Memoria 2024 insieme con Aned (Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti) all’interno dell’auditorium dell’Istituto comprensivo statale “Alda Merini” di Milano. L’appuntamento ha messo al centro il ricordo della testimonianza di Ermando Paretefinanziere abruzzese superstite del campo di sterminio nazista di Dachau.

Sul palco si sono avvicendati gli interventi di Angelo Lucio Rossi (dirigente scolastico dell’Ics “Alda Merini”), Maurizio Barbarello (vicepresidente Aned - Sezione di Milano) e Donato Parete (figlio di Ermando Parete e promotore del Premio Parete intitolato al padre).

«Vogliamo che la Memoria sia e resti viva - ha sottolineato Donato Parete -. Tutto ciò è possibile solo grazie all’impegno di tante persone che hanno scelto di non lasciare cadere in un cassetto dimenticato le testimonianze dei sopravvissuti. Anche per questo, noi del Premio Parete, insieme al preside Rossi e all’Aned, abbiamo scelto di promuovere un percorso tra formazione e ricordo che possa rendere partecipi i giovani della Storia. Storia che non hanno vissuto e che, speriamo, non dovranno mai vivere».

«Credo sia impossibile dimenticare gli eventi drammatici della Seconda guerra mondiale. Non per i nostri meriti - ha invece affermato il dirigente scolastico Angelo Lucio Rossi -, ma per il piccolo seme che i ragazzi avranno coltivato nelle comunità educative che abbiamo costruito».  

«Siamo tutti esseri umani - ha concluso Maurizio Barbarello - Dobbiamo avere tutti gli stessi diritti e gli stessi doveri, ed è avendo la fortuna di confrontarmi e parlare con i ragazzi, molti dei quali ho avuto l’onore di portarli a vedere da vicino i luoghi delle deportazioni, che vedo ancora la possibilità di avere dei testimoni attivi. Importanti sempre più, perché anche i testimoni di seconda generazione o indiretti stanno venendo a mancare e vogliamo che la storia delle deportazioni, di tutte le deportazioni, non si disperda. La Memoria è l’unico antidoto al loro ripetersi».

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