Partecipa a Lanciano News

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Visita di Tavares, sindacati di base criticano le scelte aziendali di Stellantis

Vari i temi contestati da USB e Slai Cobas

Condividi su:

«La visita del ceo di Stellantis Tavares nello stabilimento produttivo dei veicoli commerciali leggeri di Atessa, come quella dell’a.d. Marchionne nel luglio 2013, con numeroso seguito di amministratori pubblici e religiosi, politici locali e sindacalisti nazionali, non vorremmo si concludesse con “la solita passerella mediatica”, funzionale alle promesse di investimenti aziendali ed alla pubblicizzazione elettorale per i vari esponenti politicanti partecipanti in previsione elettoralistica regionale ed europea» hanno dichiarato i responsabili provinciali dello Slai Cobas

«Nonostante l’incremento produttivo dei furgoni sia cresciuto dell’11,8 % rispetto al 2022 con il raggiungimento di circa 230.000 veicoli e la previsione Stellantis di raddoppiare i ricavi netti entro il 2030, grazie al passaggio all’elettrico, il nostro sito è stato trainante insieme a quello di Pomigliano in Italia, ma le condizioni lavorative e retributive restano vincolate da clausole contrattuali capestro che non hanno eguagliato i salari tedeschi promessi dal defunto predecessore a riconoscimento della professionalità e record raggiunti – sottolinea il sindacato di base – la parziale e tardiva transizione verso l’elettrificazione avviata dal gruppo sta creando situazioni occupazionali allarmanti con “nomadismo obbligato” per i lavoratori verso i pochi siti a ciclo continuo, con fuoriuscite anche incentivate che hanno coinvolto dal 2021 circa 7000 dipendenti».

«Le recenti e persistenti pretese di finanziamenti pubblici, da parte del ceo di Stellantis per mantenere le produzioni nel nostro paese, non ci convincono, in quanto sarebbero l’ennesimo foraggiamento a perdere per assenza di un definito piano industriale, in particolare sulla ridotta produzione di furgoni elettrici e del modello attuale risalente al 2006, rispetto alla delocalizzazione polacca, tematiche alle quali le soluzioni condivise e moderate dei sindacati confederali, incapaci ed indisponibili per clausole di responsabilità alle mobilitazioni, si sono rivelate inefficaci per contrastare l’assenza di normative legislative che ne impediscono la fuga e la restituzione delle agevolazioni economiche, fiscali e contributive ricevute dalle multinazionali a carico dei contribuenti» aggiungono i rappresentanti dello Slai Cobas. 

«La visita presso lo stabilimento Stellantis di Atessa, quello dei record per intenderci, da parte del CEO Stellantis poteva essere un’occasione per confrontarsi su tanti temi, presenti e futuri, che riguardano i lavoratori ed il territorio che hanno scritto un pezzo importante dell’automotive italiana – hanno dichiarato i rappresentanti di Usb Abruzzo e Molise - Ciò non accadrà perché un vero confronto sindacale, plurale e democratico, all’interno di FCA prima e Stellantis oggi è limitato da un contratto capestro (CCSL) sottoscritto da OO.SS. senza il consenso dei lavoratori».

«Da quando è avvenuta la vendita di FCA, che ha fruttato un pacco di miliardi di euro agli azionisti, si è materializzato il pericolo che avevamo paventato ovvero un lento disimpegno verso gli stabilimenti italiani e la loro marginalizzazione: Melfi, Cassino, Mirafiori, Pomigliano, Termoli, ecc. colpiti da costante ricorso ad ammortizzatori sociali, e ad Atessa la perdita di un migliaio di posti di lavoro con la mancata conferma dei lavoratori con contratti precari (oltre 7000 unità in meno in tutti gli stabilimenti) – aggiunge il sindacato di base - L’unico mantra del CEO Tavares è quello del taglio dei costi che hanno generato condizioni di lavoro sempre più pesanti e ricadute pesantissime sui lavoratori delle aziende in appalto e dell’indotto».

«La politica regionale dovrebbe chieder conto al CEO Stellantis anche del fatto che con il costante ricorso a lavoratori in trasferta, anche forzata, da altri siti produttivi si nega la possibilità di futura occupazione per i giovani del territorio, ma temiamo che il silenzio degli ultimi anni continuerà lasciando mano libera agli interessi aziendali che vanno in tutta altra direzione- conclude USB - L’USB chiederà anche al tavolo ministeriale sull’automotive, convocato per il primo febbraio dal Ministro Urso, di legare gli incentivi statali a precisi impegni occupazionali, dal punto di vista numerico e della stabilità, e di investimenti certi». 

 

Condividi su:

Seguici su Facebook