Nel 1304 il re Carlo II d’Angiò istitui in molte città del Regno la figura del Mastrogiurato, che era una carica elettiva destinata ad affiancare ed aiutare il Sindaco nelle sue funzioni, assolvendo, fra l’altro ed in particolare, gli incarichi di sorveglianza dei mercati e degli approvvigionamenti cittadini, dell’apertura e chiusura delle porte e del traffico che entrava ed usciva dalla città .
Il Mastrogiurato veniva eletto insieme al Sindaco direttamente dal Parlamento cittadino (che era l’assemblea dei capifamiglia) e durava in carica come il Sindaco e cioé, per sei mesi in alcune epoche e per un anno, in altre.
A Lanciano l’incarico assunse subito una particolare rilevanza, sia perché era sede delle famose Fiere, luogo di convegno di migliaia di mercanti, sia perché era ‘Città demaniale’, cioé non soggetta ad un Barone (o ‘Signore’), ma di proprietà diretta del Re, che vi nominava un Governatore Regio, che lo rappresentava. Poco dopo l’istituzione della carica, la città acquistò molti ‘Feudi’, ossia divenne ‘Città Baronessa’ che aveva il diritto di amministrare i feudi, nominandone i ‘Massari’ o amministratori, imponendo tasse e gabelle, mantenendo un corpo di armati per esercitare i diritti feudali o da mettere a disposizione del Re, nel caso che ne venisse richiesta. Nei periodi di pace questi uomini armati erano capitanati ed addestrati dal Mastrogiurato , che se ne serviva per l’espletamento dei suoi compiti ed in particolare per quello della sorveglianza delle fiere, del traffico e delle strade di accesso a queste. I Sovrani che si succedettero, per riconoscenza per i servigi prestati dalla città e come premio della sua fedeltà , le concessero particolari privilegi, fra i quali quelli, al suo Mastrogiurato, di sovraintendere alle Fiere, come ‘Mastro di Fiera, assicurando la ‘Pace di fiera’ ed il libero intervento di mercanti di ogni nazione e religione, senza distinzioni; di amministrare la giustizia civile e penale nelle fiere stesse, sottraendo temporaneamente questo compito al Governatore Regio; di poter convocare il Parlamento cittadino, con il suono della apposita campana, anche senza l’autorizzazione e l’intervento del Governatore. Con una imponente cerimonia, il Sindaco della città ed il Mastrogiurato, a cavallo, prelevavano dal Palazzo del Pubblico gli stendardi reali e quello della Città e li portavano attraverso il corso della Bandiera, nel Portico delle Fiere, esistente al centro del Prato della Fiera. Giunti nel Portico, le bandiere venivano issate ed il Mastrogiurato vi si insediava e dichiarava aperta la Fiera, dando lettura del ‘Bando’ e delle norme che regolavano la stessa, dei particolari privilegi concessi dai Regnanti, quali le agevolazioni fiscali, la concessione dell’immunità a chiunque, anche di nazione nemica, vi intervenisse per la durata di essa e per quindici giorni prima e dopo. Nella seconda metà del 1500, sotto la dominazione spagnola, normalmente venivano nominati Capitani della Città (così allora erano chiamati i Governatori), piccoli notabili spagnoli avidi di far fortuna in Italia. Essi incominciarono ad intromettersi sempre di più nell’amministrazione e nella conduzione delle fiere, allo scopo di ricattare i mercanti ed estorcere loro quattrini. Contestavano perciò anche i privilegi che riservavano alla città tutte le questioni inerenti la gestione delle fiere.
I conseguenti ricorsi al Viceré ed ai Tribunali napoletani, che in generale riconoscevano le ragioni della città , restavano vani, perché i Capitani non desistevano, spesso arrestando arbitrariamente i mercanti ed in alcuni casi anche il Mastrogiurato e gli uomini della sua scorta, intervenuti per difenderli. Cominciò così la decadenza delle famose fiere lancianesi e della città stessa, con la diserzione dei partecipanti e la grave crisi economica e politica, che esplose verso la metà del secolo successivo. I Mastrogiurati della seconda metà del 1600 e del 1700, periodo in cui la città fu infeudata ai Marchesi D’Avalos, cercarono in più riprese e con diversi accorgimenti di far riprendere vigore e lustro alle due Fiere annuali che si trasformarono man mano in mercati locali.
L’evento, a Lanciano, si articola dall’ultima domenica di agosto alla prima domenica di settembre in una settimana di iniziative culturali e di spettacolo e comprende: due cene medioevali ispirate alla Panarda , fiera medievale, taverne, concerti di musica antica, spettacoli teatrali, teatro di strada, giocolieri, cavalieri e combattenti, danzatrici, trampolieri, falconeria, sbandieratori e culmina nell’imponente Corteo Storico della prima domenica di settembre. In quel giorno si celebra la solenne cerimonia di investitura del Mastrogiurato con un corteo composto da oltre 700 figuranti in costume d’epoca - provenienti da molte città italiane ed estere - che si snoda lungo il percorso tramandato dagli storici.

