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Terremoto L’Aquila, richiesta di pagamento risarcimento a familiari vittime

Sentenza dell’ottobre scorso su “concorso di colpa”, il Comune non attende l’appello per la richiesta rende noto l’avvocato Maria Grazia Piccinini

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La settimana appena iniziata, nella memoria abruzzese, è la settimana di Rigopiano, della valanga che distrusse un hotel durante la nevicata del gennaio 2017 spazzando via 29 vite. L’Abruzzo è terra dalla geografia con peculiarità particolari, dai mari ai monti uno scrigno unico per diversità. Terra, quindi, di ricchezza straordinaria e anche teatro di tragedie terribili. Come Rigopiano e, prima ancora, il terremoto del 6 aprile 2009 a L’Aquila. 

Quella notte morirono anche tre studenti di Vasto, Monteodorisio e Lanciano: Davide Centofanti, Maurizio Natale e Ilaria Rambaldi. Ilaria fu uccisa dal crollo di una palazzina di Via Campo di Fossa, la madre Maria Grazia Piccinini (avvocato del foro di Lanciano) ha costituito un’associazione in suo ricordo e un premio. Nell’ottobre scorso arrivò una sentenza civile, definita “shock”, relativa al crollo di una palazzina quella notte in cui morirono 24 delle 309 vittime che ha riconosciuto ai familiari delle vittime un risarcimento parziale. “È una colpa, per le vittime sotto le macerie del crollo, non essere usciti di casa dopo due scosse di terremoto molto forti che seguivano uno sciame sismico che durava da mesi: è un passaggio della sentenza” riportò l’ANSA.  

“È una sentenza che ci ha meravigliato: ma da dove è venuto questo concorso di colpa? Persino la Cassazione ha confermato la condanna per uno dei componente della Commissione Grandi Rischi – sottolineò in quei giorni all'Ansa  Maria Grazia Piccinini - come si può oggi dire che i ragazzi dovessero stare fuori quando tutti ricordano certe rassicurazioni?”. I ragazzi “andarono a dormire alle due di notte perché” erano stati rassicurati, prosegue la madre di Ilaria Rambaldi.  Tra le rassicurazioni l’avvocato Piccinini ricorda l’esito della riunione della Commissione Grandi Rischi del 31 marzo 2009. Quella riunione fu oggetto di un processo che in Cassazione vide condannato con sentenza definitiva l’allora vice capo della Protezione Civile De Bernardinis e assolti gli altri imputati.  

Nei giorni scorsi è stato presentato ricorso contro quella sentenza. Che stabilì anche il pagamento di un “risarcimento” da parte di familiari di vittime nei confronti del Comune di L’Aquila. L’avvocato Maria Grazia Piccinini ha reso noto che, sempre nei giorni, l’Amministrazione Comunale aquilana ha richiesto il pagamento di quella somma. «Il Comune de L'Aquila, ci scrive perché non vuole aspettare l'appello della, famosa, sentenza e vuole essere pagato» ha scritto Piccinini in un post su facebook . « Non vi spiego l'intreccio di chiamate in causa perché sarebbe troppo lungo – ha sottolineato sempre Maria Grazia Piccinini - sappiate solo che il Comune de L'Aquila senza, aspettare l'esito dell'appello, ha chiesto il pagamento da parte delle famiglie delle vittime».  

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