LANCIANO. Entra anche l'ex manager della Asl Lanciano-Vasto nel dibattito politico in vista del ballottaggio. Oggi, in un'affollata conferenza stampa, Caporossi ha spiegato le sue ragioni per appoggiare il trio Pupillo-Di Fonzo-Valente, e ha illustrato un progetto alternativo per il rilancio dell'ospedale Renzetti di Lanciano.
"Torno qui sempre volentieri - ha esordito Caporossi, direttore della nuova azienda sanitaria Marche Nord - e trovo bellissima quest'alleanza che è inedita perchè unisce culture, personalità e storie diverse".
Sulla situazione locale e il trasferimento della sede provinciale della Asl da Lanciano a Chieti, Caporossi riserva parole dure: "E' una situazione di profonda umiliazione per il comprensorio. Tutto quello che si decide lo si fa a Chieti lasciando gli altri a fare i vassalli dei soliti baroni". "Togliendo la Asl si è tolto il centro di governo del sistema della salute nel territorio".
"In realtà , chiarisce Carlo Bolletta, dipendente della Asl ed ex consigliere comunale e regionale in quota Ds - non c'è un altro piano sanitario oltre alla legge nazionale del 2008 che non può essere derogata da atti amministrativi".
Il riferimento è anche alle recenti sentenze del Tribunale amministrativo sulle illegittimità subite dagli ospedali di Casoli e Guardiagrele. "Non si può risanare chiudendo tutto e tagliando i servizi" continua Bolletta.
Ma è su Lanciano e l'ospedale Renzetti la rivoluzione illustrata da Caporossi. Il nuovo ospedale rimarrebbe dove è sempre stato, ma sarebbe costituito da nuove ale da progettare ricorrendo a concorsi per idee e costruite una per volta in 36 mesi. Il Renzetti verrebbe organizzato non più per reparti, ma per intensità di cura e sarebbe un polo multifunzionale con all'interno il medico di base, il centro di smistamento per il 118, un'equipe di valutazione e un centro per i post-acuti.
"Bisogna pensare di creare sinergie in loco tra medici di base, pazienti e centri diagnostici - spiega l'ex manager - l'azienda deve essere socio-sanitaria. Il servizio all'utente potrebbe avere anche delle ricadute in termini economici sul territorio".
"Lanciano - conclude Caporossi - è il centro della provincia di Chieti, Chiodi e gli altri si facciano le loro aziende universitarie a Chieti e Pescara, ma lascino al territorio le quattro sedi provinciali gestite dai sindaci".