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25 Aprile: deposta la targa in memoria di Tito Grauer

I ragazzi delle scuole hanno ricordato il piccolo lancianese morto ad Auschwitz.

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LANCIANO - Si è svolta questa mattina, venerdì 24 aprile, con il corteo che da piazza Cuonzo ha raggiunto il Parco della Vita di Viale Cappuccini, la cerimonia promossa dal sindacato pensionati, Spi- Cgil di Chieti, in collaborazione con il comune di Lanciano, e l’ANPI per la deposizione di una targa in memoria di Tito Grauer: il piccolo ebreo nato a Lanciano nel 1942 da una famiglia di nazionalità ungherese e morto deportato a soli due anni nel tristemente famoso campo di sterminio di  Auschwitz.

Ad accompagnare il corteo nella posa della lapide erano presenti oltre ai numerosi cittadini, anche i ragazzi degli istituti superiori “Da Vinci” e “De Giorgio”.

A “riscoprire” la triste storia di Tito Grauer è stato il prof. Gianni Orecchioni presidente dell’ANPI Lanciano che, in seguito ad alcune ricerche, ha ricostruito i terribili fatti dei coniugi Samuel Grauer, e Rosa Jordan trasferitisi da Trieste   Lanciano, nel 1942 quando nacque il loro  secondogenito Tito.

“Nel novembre del 1943 Samuel Grauer con la moglie Rosa, il primogenito Marco di tre anni e Tito furono arrestati - ha proseguito Orecchioni - e da lì è iniziato il loro calvario terminato con la  triste fine ad Auschwitz”.

Presente alla cerimonia insieme all’assessore all'istruzione Marcello D’Ovidio, anche la dott.ssa Gianna Paola Di Lorenzo segretaria regionale del sindacato che ha fortemente ribadito come: “l’iniziativa di oggi nasca dalla consapevolezza che simili barbarie hanno continuamente bisogno di essere ricordate alle future generazioni, per far sì che tristi pagine di storia come questa non si ripetano più”.

Simbolica è stata la scelta di ricordare il piccolo ebreo con un targa in un parco giochi, a dimostrazione di come anche i diritti naturali dei bimbi come il gioco e l’istruzione siano stati spesso calpestati dalla violenza e dall’odio degli uomini. Lanciano inoltre si è dimostrata ancora aperta e cosmopolita nel ricordo perenne di un suo piccolo cittadino ebreo, etnia questa presente in città da secoli.

 

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