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La bellezza degli antichi volumi in mostra al convento di Sant’Antonio

Tra i volumi esposti il ritrovato diploma di Alfonso d’Aragona

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LANCIANO - Gli antichi manoscritti ed i polverosi volumi dormono spesso negli archivi e nelle nostre biblioteche, ma a volte in occasioni particolari è possibile ammirarli in tutta la loro bellezza, come testimonianza di una storia ancora viva e degna di essere conosciuta, soprattutto da quelle giovani generazioni che un giorno saranno custodi ed eredi di questa fondamentale memoria storica. Una di queste “occasioni particolari” è senz’altro la mostra: “Il Libro: Bellezza e Memoria” organizzata dai frati minori per celebrare degnamente i cinquant’anni di storia della parrocchia di Sant’Antonio di Padova.

Curatori di quest’esposizione, visitabile fino a domenica 10 maggio presso i locali del convento, sono lo storico Domenico Maria Del Bello e l’archivista Anselmo Martino già organizzatori della mostra “Cinquecentanni” visibile ancora presso la cripta dell’Annunziata. Per meglio conoscere questi autentici tesori d’arte abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Domenico Del Bello. “La visita alla mostra prevede due parti - ha commentato Del Bello - la prima a carattere cronologico presenta una serie di testi, non solo sacri, di cui sono senz’altro rilevanti, il seicentesco trattato "Il Cortegiano” scritto da Baldassare Castiglione, un Atlante Universale del 1745 e una rara copia delle opere di Alessandro Manzoni, stampata nel 1839 a Napoli”.

La seconda parte invece, è stata organizzata per tematiche quali la moda e la musica, con la presenza di una selezione di alcuni periodici locali. “In questo settore” ha continuato Del Bello “è sicuramente degna di nota la riproduzione originale del “Messale Borgia,” detto anche “de’ Medici”, uno dei più significativi manoscritti liturgici del XV secolo, che esce per la prima volta dagli archivi della Curia Arcivescovile di Chieti, dove è custodito da secoli, per essere proposto da Vallecchi in una preziosa edizione facsimilare in numero limitato di esemplari: un’autentica opera d’arte arricchita da splendide miniature, che al di là degli aspetti artistici e religiosi, si rivelano rare testimonianze iconografiche di eventi storici e culturali di particolare importanza per l’epoca”.

Ma la vera sorpresa è stata il ritrovamento un'importante pergamena fondamentale per la storia di Lanciano. Infatti, grazie alla sensibilità di Padre Damiano è stato rintracciato il diploma con il quale re Alfonso d'Aragona concesse, nel 1422, il porto di San Vito alla Città di Lanciano. Un documento che come ribadisce lo stesso Del Bello “risulta importantissimo, perché segna il riacuirsi delle tensioni tra Lanciano e Ortona, città questa che con la concessione dei sovrani aragonesi a Lanciano, vedeva ridurre notevolmente l’importanza del proprio porto nell’ambito del controllo sugli scambi e i commerci nell’Adriatico”.

La pergamena è esposta accompagnata da uno studio e dalla trascrizione curata dal ricercatore e numismatico Simonluca Perfetto già autore di diverse pubblicazioni sulla storia della zecca frentana in epoca medievale. Fondamentale per la sistemazione e l’allestimento dei tesi è stata la collaborazione con lo scenografo Filippo Iezzi.

 

Informazioni per la visita:

Orari: 10:00-12:00 e 17:00-20:00

 

Ingresso Gratuito

 

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