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Tante aziende a rischio se non si sospendono gli orari restrittivi

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Le argomentazioni che gli operatori del gioco pubblico (lecito) ed i vari siti per giocare al casino online presentano a “difesa della loro attività” sono tante e gli addetti ai lavori si stanno ribellando con sempre più frequenza alle ordinanze emesse dalle Amministrazioni Comunali e relative agli orari di apertura e funzionamento delle apparecchiature da intrattenimento. Davanti ai vari Tar nazionali continuano ad essere presentati ricorsi per questo motivo, poiché le ordinanze continuano a restringere i luoghi dove esercitare le attività ludiche ed anche gli orari in cui queste si possono espletare. Così ci si trova davanti a situazioni in cui le aperture sono “risicate” e, di conseguenza, anche gli orari di funzionamento degli apparecchi: questo sta diventando per gli operatori veramente insostenibile visti anche gli sviluppi economici che dovranno affrontare con vari cambi di “parco macchinette”, tassazioni e chissà quale altra diavoleria che verrà in mente all'Esecutivo per aumentare gli introiti provenienti dal gioco.

Si sa che questo settore ha provveduto per anni a rimpinguare le casse del nostro caro Erario, ma si crede non potrà più farlo con quella intensità, visto che il lavoro è stato quasi ridotto del 50%... e non è certamente poco. Ovviamente, come si può ben capire, questa riduzione e restrizione degli orari lavorativi, non corrisponde alla riduzione dei costi di natura fissa, sopratutto per le sale che hanno affitti di locazione “altucci”, salari dei dipendenti e che si giocano con queste riduzioni la “loro vita lavorativa” ed il sacrificio, purtroppo conseguenziale, delle risorse che hanno alle dipendenze.

Il rischio di chiusura di tante aziende è nell'immediato, irrisarcibile e meritevole, si crede, di un occhio di riguardo. Quindi, quando gli operatori del gioco e quelli che gestiscono i casino online con bonus si rivolgono ai Giudici per opporsi alle varie ordinanze il Giudice interessato, qualora sia adeguatamente informato di questa situazione particolare, ma comune a tanti imprenditori del settore ludico, non può non riconoscere la sospensione dei vari provvedimenti comunali restrittivi, sopratutto se si convince che vi sono dei “seri motivi di illegittimità” di questa restrizione di orari.

Certamente, tutto ciò che viene presentato ai Magistrati deve essere sostenuto da incartamenti ed elementi contabili certi e storici come, per esempio, i bilanci dei vari anni precedenti che vanno via via assottigliandosi come si assottiglia il tempo di aperture delle relative attività. Ai dati “storici”, poi, occorre naturalmente dare un senso di tipo “prospettico”: cioè alla data dell'entrata in vigore delle varie restrizioni orarie si può desumere una seria e realistica riduzione degli incassi e quella potrebbe essere proprio la perdita economica conseguente alla applicazione della stessa limitazione oraria.

Ad un eventuale “dimezzamento” dei ricavi, avvenuto dopo le ordinanze restrittive rispetto ai ricavi precedenti, non corrisponde effettivamente il contenimento dei costi di natura fissa, come stipendi, affitto ed altre spese fisse di gestione: ne discende, quasi automaticamente, la eventualità di una chiusura dell'attività che altrimenti opererebbe in perdita lasciando spazio “lavorativo” senza ombra di dubbio all'attività illecita che non aspetta altro che subentrare alla legalità che ormai ha troppi orpelli ai quali attenersi.

La legalità non ha la libertà di espletare la propria attività per la quale ha pagato una concessione, una licenza, un permesso che sono stati oltretutto rilasciati dallo stesso Stato. Ed allora? Cosa dovrebbe fare un operatore del gioco lecito? Continuare a tenere aperta la sua attività, offrire un servizio al pubblico per conto dello Stato ma in perdita? Rimetterci personalmente sforzi e pure quattrini?

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