Lanciano. Arriva anche a Lanciano lo spettacolo: Monica Guerritore è Oriana Fallaci in “Mi chiedete di parlare”, scritto e diretto dall’artista con l’assistenza di Lucilla Mininno e la Compagnia Mauri Sturno, che in questi giorni sta andando in scena in molti dei teatri italiani. Giornalista di fama internazionale e scrittrice tradotta in tutto il mondo, Oriana Fallaci è forse uno dei personaggi più difficili da raccontare e da rappresentare. Una superba prova di Monica Guerritore, che indaga il lato dolente di Oriana Fallaci. Frammenti di libri, articoli, ricordi e testimonianze della scrittrice, sospesi fra pubblico e privato, vanno a dipingere il ritratto di Oriana Fallaci, a svelarne la sofferta emotività. Questo un’anticipazione del testo di presentazione dello spettacolo: “Immagino una folle, piccola donna, che torna nel luogo della sua solitudine, quella casa di New York,ora non più sua, coperta di teli di plastica,in attesa di nuovi abitanti. Là nessuno poteva entrare e una grande giornalista, come Lucia Annunziata, descriverà (rivelando una delicatissima personale percezione) “un disordine che inquieta, una donna sola, un tappeto di cicche di sigarette per terra..” E’ lì che si era rintanata Oriana, nell’ombra. Mentre la Fallaci infiammava il mondo. “..non guardatemi..” chiederà gentilmente alla fine del mio spettacolo. “...non guardatemi morire…” Non mostrando più niente di sé, Oriana è riuscita a salvaguardare il Mito Fallaci. La sua forza e il suo glamour. E lasciare a noi solo la possibilità di fare delle ipotesi sulle contraddizioni di una grande, rabbiosa, folle donna. La più grande e la più odiata. La prima cronista di guerra, la prima “celebrity”. Forse anche la prima vittima della potenza dell’Immagine. Della sua stessa Immagine. Il palcoscenico ci aiuterà a capire. Non c’è luogo più del palcoscenico dove non si possa mentire. Nessun luogo (checché ne pensino molti..) “Una donna non muore se da un'altra parte, un'altra donna, riprende il suo respiro” dice Helene Cixous. Voglio riprendere il suo respiro. Per capire.