Riduzione delle Ater, la decisione rimandata al 30 giugno

Caporale (Verdi) propone un emendamento per far confluire l'Ater di Chieti a quella di Lanciano

Teresa Di Rocco
22/06/2011
Attualità
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LANCIANO. Il 30 giugno si conoscerà il destino dell’Ater Lanciano-Vasto. Giovedì prossimo infatti ci sarà la nuova riunione della seconda commissione regionale che sta discutendo della riduzione delle Ater da 5 a 4 (con la soppressione dell’azienda di Lanciano ndc) e in particolare si dovrà votare l’emendamento presentano ieri dai Verdi che cerca di salvare l’azienda frentana. “La seconda Commissione regionale ha adottato con i voti della maggioranza di centrodestra, la delibera di giunta regionale n.737/2010 che riduce le Ater da 5 a 4, tagliando proprio quella di Lanciano - riporta il capogruppo regionale Verdi Walter Caporale - per evitare che l’Ater più antica d’Abruzzo, l’unica con i conti in regola, venga cancellata ho presentato un emendamento secondo il quale l’Ater della Provincia di Chieti confluisce nell’ATAS (il nuovo nome delle Ater, ndc) di Lanciano”. Mi auguro - affonda Caporale - che il consigliere regionale Emilio Nasuti, che ha assicurato che difenderà l’Ater frentana, anche se ieri durante la discussione è andato via, voti l’emendamento il 30 giugno”. La stoccata arriva dopo le dichiarazione di Nasuti che aveva assicurato che si sarebbe "battuto in commissione e in consiglio per mantenere la sede dell’azienda in città” e aveva affermato di aver firmato un emendamento “salva-ater” assieme ai consiglieri Prospero e Argirò. “Non c’è traccia dell’emendamento - assicura Caporale - e al momento della discussione sulla riduzione delle Ater Nasuti e Prospero non c’erano”. Beghe politiche a parte quello che interessa ai lancianesi è che venga mantenuta la sede dell'azienda territoriale per l'edilizia residenziale in città e che si fermi la corsa intrapresa in Regione alla spoliazione degli enti locali e degli uffici a Lanciano. E’ già accaduto con la Asl, fusa con Chieti, la cancellazione della motorizzazione civile, l’ospedale Renzetti, che ha perso fondi e servizi, e potrebbe accadere con il Tribunale della cui chiusura si vocifera da tempo.

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