Condannati tutti gli imputati per il fallimento dell'ex Lanciano calcio

Simone Cortese
07/11/2013
Sport
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Si è chiuso oggi, con la prevedibile condanna di tutti gli imputati da parte del tribunale collegiale, il processo sul fallimento dell’ex Lanciano calcio, un crac da oltre due milioni di euro. Gli imputati erano accusati a vario titolo di crimini quali la bancarotta, il riciclaggio di assegni, truffa e svariati reati fiscali quali omessi versamenti Irpef e Iva. L’ex patron Paolo Di Stanislao, 52 anni, è stato condannato a 7 anni di reclusione e 3.200 euro di multa, la sua consorte Patrizia Bernardi, 47 anni, a 5 anni di reclusione, Paolo Massari, 61 anni legale rappresentante della società dal 10 novembre 2006 al 7 giugno 2007, è stato condannato invece a 3 anni e sei mesi. Per Antonio Alimonti cinquantasettenne impiegato di banca, condanna a 5 anni e 1.800 euro di multa, mentre per Alfredo Di Paolo, 37 anni di Teramo, legale rappresentante della società dal 7 giugno 2007 al 3 gennaio 2008 pena a 3 anni e due mesi e per Giuseppe Ielo, 56 anni rappresentate della società dal 28 agosto all’10 novembre 2006 2 anni e un mese di reclusione. A Gino Sammarco, 66 anni, è arrivata la condanna a un anno e 300 euro di multa pena sospesa, mentre l’ex presidente Riccardo figlio dell’indimenticato Ezio Angelucci, 45 anni, è stato punito con due anni e 6 mesi di reclusione per dispersione di fondi. Tuttavia Angelucci e la sua famiglia come parte lesa, sarà risarcito dei danni subiti in separata sede. Cambiato discorso e tornando in casa Virtus ha sostenuto oggi le visite mediche di rito e dovrebbe firmare un contratto fino a giugno, l’esperto difensore centrale Stefano Ferrario, visto lo scorso anno a lecce che con i suoi centimetri e la sua esperienza andrà a rinforzare la batteria di difensori centrali già a disposizione di Baroni.

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