TRANSUMANZA E PASTORIZIA IN MOSTRA A LANCIANO
“E vanno pel tratturo antico al piano, quasi per un erbal fiume silente, su le vestigia degli antichi padri”
Con questi versi Gabriele D’Annunzio testimoniava l’antichissima pratica della transumanza che tutti gli anni vedeva i pastori del suo Abruzzo muoversi verso i più miti e verdi pascoli della Puglia. Per molti anni la memoria ed il bagaglio culturale che porta con se questa usanza sembravano andati dimenticati, per fortuna nell’ultimo periodo soprattutto grazie alla passione di numerose associazioni culturali c’è stata una riscoperta delle tematiche legate alla vita pastorale e la transumanza è tornata finalmente ad essere un argomento d’interesse per l’opinione pubblica. Nella nostra città proprio in questi giorni si ricostruisce, con l’arrivo delle greggi e dei camminatori, l’ancestrale itinerario che dall’Aquila portava verso Foggia e, tra le iniziative collaterali vi consigliamo di dare un’occhiata alla mostra “Siamo figli della Pecora” ospitata presso i locali di Casartigiani in Via Filzi. L’esposizione organizzata nell’ambito del progetto Le Vie dei Tratturi in collaborazione con l’associazione Tracturo Magno è divisa in diversi ambiti: la parte iniziale presenta alcune copie dei più importanti documenti riguardanti la transumanza conservati presso l’Archivio di Stato di Chieti, non mancano poi ricostruzioni di telai e macchine tessili, preziose testimonianze materiali della manualità pastorale. Ampio spazio è dedicato alle vignette del celebre fumettista ed umorista Lucio Trojano: matita dallo stile inconfondibile che rielabora in modo satirico gli aspetti più rilevanti della vita sui tratturi. Da non perdere la bellissima raccolta fotografica denominata Tracturo 3000. Essa costituisce il reportage sul trekking che un gruppo di camminatori ha effettuato tra il 29 Settembre e l’8 Ottobre 2011 sul Tratturo Magno percorrendo 244 kilometri in quasi dieci giorni, su questo antico tracciato che, oggi seppur sostituito da stalle moderne e veloci trasferimenti in tir, rappresenta un’importante memoria da conservare e tramandare ai posteri, in quanto è proprio su queste antiche vie e lungo le erbose valli abruzzesi che è nata la nostra identità regionale.