"L'impresa di Fiume" di Stefano Angelucci Marino

Grande successo per il nuovo spettacolo dell'attore regista frentano

Umberto Nasuti
29/04/2013
Arte e cultura
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Ancora una volta Stefano Angelucci Marino ha preso il suo pubblico per mano e lo ha portato a visitare un mondo. Stefano ha la capacità, appena si spegne la luce del teatro, di immetterti, con pochi mezzi ed un attore solo, in un ambiente e un periodo fuori dal presente facendoti viaggiare nello spazio e nel tempo senza farti alzare dalla seggiola. Ieri ancora una volta il miracolo si è ripetuto con lo spettacolo “Legionari. L’impresa di Fiume.”  Stefano ha preso per mano il suo pubblico e lo ha portato a vivere le azioni e le emozioni di un soldato meridionale che ha accompagnato Gabriele D’Annunzio nell’impresa Fiumana della fine del 1919 e inizi del 1920. Un militare rinnegato, reduce dalla prima guerra mondiale, "un ardito", è partito dal paesello abruzzese con degli ideali di rinnovamento, di rivoluzione, ricco di progetti ed utopie futuriste, speranzoso e pieno di ideali. Vincenzo, il personaggio sempre presente sulla scena, ventenne fra ventenni, seguendo le parole del Vate vivrà una esperienza straordinaria che porta lo spettatore a riflettere su quelle vicende ma anche su quelle che l’Italia sta attraversando oggi. Stefano ci porta a vivere una avventura che ci pare lontana un secolo, ma che è di una attualità impressionante. La rappresentazione teatrale si chiude con una voce fuori campo che legge alcuni articoli della costituzione redatta a Fiume dal Vate, Gabriele D’Annunzio, detta “Carta del Carnaro”, che ci fa capire quanto quella piccola e breve esperienza sia stata importante per la nostra nazione. Quella esperienza però fu un esempio per il mondo intero, anticipando molte novità che troveremo solo decenni dopo nella costituzione italiana del 1948, come i pari diritti fra i sessi, o i diritti al lavoro e alla pensione. Ma quell’ideale di bellezza che era alla base di quel pensiero, però, non fu più ritrovato. Unico neo è stata la poca partecipazione. La sala era piena solo a metà, ma gli applausi sono durati quasi dieci minuti. Gli spettatori erano pochi ma buoni. Qui devo inevitabilmente riaprire una polemica perché odio quelle persone che dicono che qui a Lanciano non si fa mai niente, che non c’è avanzamento culturale ed ideale, beh queste persone farebbero bene ad andare a teatro un poco più spesso e a seguire i lavori dei tanti artisti lancianesi che sono invece molto apprezzati fuori e che producono lavori eccellenti perché sono pieni di cultura, entusiasmo e vita.

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