Lettera aperta del sindacalista FIOM CGIL Roberto Ferrante alla RSA FIM - UILM - FISMIC della SEVEL

18/01/2013
Comunicati Stampa
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"Ho deciso di scrivervi questa lettera dopo una lunga riflessione, ho deciso di scriverla perché voglio che sappiate quanto sono dispiaciuto e rammaricato per il vostro silenzio e la vostra indifferenza sul fatto accadutomi.
La mia vicenda personale, nota a tutti e che presto diverrà la condizione modello per coloro che non vogliono assumere posizioni ad angolo retto, non ha meritato la Vostra attenzione, il Vostro interessamento, la Vostra eventuale vicinanza in termini solidaristici.
Un silenzio, il Vostro, che qualcuno definirebbe assordante, un mutismo che risuona nelle orecchie di chi viene colpito, in questa fase, da atti devastanti di ogni genere. Avviare azioni risarcitorie nei confronti di lavoratori che, nello svolgere la loro attività lavorativa a causa dei ritmi e carichi di lavoro insostenibili potrebbero aver commesso degli eventuali errori è assurdo, grottesco, sconvolgente. Consentire all'Azienda lo svolgimento di processi sommari aventi l'obiettivo di terrorizzare la gente che lavora è altrettanto deprimente. Sapevo che da parte Vostra non ci sarebbero state azioni eclatanti, non è nel Vostro stile; non mi aspettavo una dichiarazione di sciopero, so che le Vostre regole non Vi permettono di farlo; non ho atteso dichiarazioni pubbliche, interviste, una sorta di chiara indignazione, so che anche questo non è possibile nel Vostro modello sindacale; mai contro la FIAT, chiaramente, secondo una logica solidaristica, mi aspettavo una semplice manifestazione di solidarietà, un comunicato, un atto di vicinanza, un mostrarsi preoccupati, chiaramente non solo per il sottoscritto, ma per coloro che in questa fase grigia per le relazioni sindacali, soffrono e pagano direttamente le azioni violente che il sistema produce. Con un atto di questa natura, si sarebbe dimostrato inoltre che in questa fabbrica esistono ancora dei Sindacalisti che si riconoscono nel Valore della Solidarietà, elemento contro il quale nulla hanno potuto i Padroni di tutte le ere e di tutti i luoghi.
Questa parola “solidarietà” non avete potuto dimenticarla, e non può neanche far parte di un accordo, perché la solidarietà è una delle forme più straordinarie nella convivenza civile tra essere umani, perché è quella che mette insieme tanti uomini per un solo scopo, NESSUNA PERSONA DEVE ESSERE LASCIATA SOLA.
Prendo atto che da parte vostra questo non è stato possibile.
Mi piacerebbe ribadire che i lavoratori non sono delle macchine, delle braccia che producono ricchezza, dei miseri numeri, ma al contrario degli esseri pensanti, dotati di cervello e soprattutto di cuore, uomini e donne che ogni giorno vengono chiamati a superare i grandi ostacoli che la vita riserva loro. Quale migliore occasione allora per intervenire? Ho subito una richiesta di risarcimento per un danno non dipeso da me, generato da un braccio meccanico in quel momento non ben funzionante, il risultato è:
2.038 Euro in più per un'Azienda che tanto ha,
2.038 Euro in meno per una famiglia che, come tutte le nostre famiglie, troppo poco ha.
Il Vostro silenzio colloca tutti Voi dalla loro parte, Vi rende alleati di chi pensa di poter abusare del proprio potere in ogni circostanza, in ogni momento. Noi della FIOM decideremo insieme al nazionale e ai legali le azioni da intraprendere contro la Sevel, questo consentirà a me di difendermi da questo sopruso è al Movimento operaio di riscattare la condizione di prigionia psicologica che questa azienda tenta di determinare con le sue azioni. Sarà di nuovo affermata l'Unità della Gente.
Scusatemi allora se vi sembrerò troppo duro è schietto, ma quando intraprenderemo queste iniziative, vi prego, non affannatevi a spiegarmi sul perchè non parteciperete, trovando e cercando mille scuse, in realtà il vostro comportamento mi lascia intendere solo una cosa, che avete giustificato se non addirittura approvato il grave gesto che ha compiuto questa azienda nei confronti di un LAVORATORE.
Per fortuna in questi giorni non mi sono sentito solo, mi è stata dimostrata da parte di tante lavoratrici e lavoratori della SEVEL e di altre aziende FIAT la propria vicinanza e la disponibilità a sostenermi per qualsiasi iniziativa intenda intraprendere, e di questo non posso che ringraziarli tutti, ma a voi cari ex colleghi mi viene solo da dedicarvi una frase di che spero vi faccia riflettere:
Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo."


Lanciano, 15 gennaio 2013
RSA FIOM CGIL Roberto Ferrante

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