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Le pupe di Pasqua, tradizionale ricetta dell'allegria

Racconto di un dolce pomeriggio aspettando la Pasqua

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Siamo appena entrati nella settimana santa ed oltre la tradizionale attesa per la storica processione del giovedì, tradizione vuole che a Pasqua, non si trascuri la buona tavola, soprattutto in fatto di dolci.
Divertente sarà allora appostarsi in questo periodo nei centri commerciali e non perdere i fitti carrelli dei nonni colmi di uova di cioccolato per la squadra di nipoti che, al limite della pazienza, resistono fino alla Domenica per scoprirne finalmente la sorpresa.

Nipote, grandicella ormai, lo sono anche io e di uova ne ho ricevute centinaia ma ricordo che, con la Pasqua, a sorprendermi erano più le bizzarre forme delle pupe e dei cavalli che mia nonna, dal mercoledì iniziava rigorosamente a sfornare.
Usanza vuole che pupe e cavalli fossero i dolci che reciprocamente si scambiavano gli innamorati in occasione della vigilia di Pasqua, il cavallo in dono alla famiglia di lei  mentre la pupa a quella di lui, a suggellare la futura unione, anche se a godere della bontà di queste delizie erano soprattutto i bambini, attratti dalle decorazioni e dalle sembianze che le mani esperte delle nonne creavano. 

Ed è così che per curiosità e per amor di tradizione ho convinto mia nonna a rivelarmi il segreto delle sue buonissime pupe e per farlo al meglio ho assistito alla loro autentica preparazione.
Considerate un nutrito numero di golosi in famiglia e prendete appunti per la ricetta della pupa semplice di pasta frolla.
- 10 uova di cui sei tuorli e 4 intere (mantenete però due albumi che serviranno poi per il Nastro)
- 300gr di zucchero
- tre dita (non siate parsimoniosi) di olio
- due dita di latte
- 1 bustina di lievito
- un limone grattugiato

Dopo aver recuperato e ordinato tutta l’attrezzatura dal valore incommensurabile dati i decennali anni di esperienza che quelle fruste, quei contenitori e quelle teglie hanno alle loro spalle si può finalmente iniziare la preparazione.

Assisto così con estrema attenzione, e con indiscussa acquolina, ad una delle attività più affascinanti della cucina: la nascita dello zabaione.
Battere dunque le dieci uova (di cui sei tuorli e 4 intere) assieme allo zucchero finché il colore schiarisca, lo zabaione risulti corposo e il terzo cerchio infernale dantesco non vi si apra davanti, ma cedergli e provarne la consistenza è un passaggio obbligatorio.

Dopo aver ottenuto un gustoso zabaione, unitegli olio, limone grattugiato, due dita di latte e lievito e sempre con le fruste mescolate vorticosamente aggiungendo la farina 00 liberamente, fino ad ottenere un impasto che sia morbido ma allo stesso tempo compatto.

A questo punto, dopo aver sporcato gran parte della cucina, mia nonna mi spiega uno dei segreti fondamentali della buona riuscita di un dolce, l’ordine e la pulizia, e dopo aver lavato e lucidato le stoviglie, dà inizio alla seconda fase delle nostre pupe.
Accendete il forno e fatelo salire sino ai 170/180 gradi e nel frattempo, munitevi di pazienza e fantasia e librate la vostra manualità, plasmando con l’impasto le più belle donzelle vintage che abbiate mai immaginato.

Inutile raccontarvi le risate in questa particolare e cruciale fase della lavorazione, fra la creazione di pupe androgine, figlie della mia generazione, e le abbondanti maggiorate dei ricordi di mia nonna.
Una volta terminate, infilatele nel forno, dove riposeranno per una ventina di minuti circa, ma non mancate di dare sempre uno sguardo alla cottura, riprendete a questo punto i due albumi che precedentemente vi avevo consigliato di mantenere e dopo aver ovviamente rilucidato a nuovo la cucina e il tavolo, realizzate il nastro, la glassa decorativa che verrà spennellata e colata sui dolci appena cotti.

Il nastro prevede una preparazione semplicissima, 200 gr di zucchero reso a velo unito agli albumi e frullate fino ad ottenere una glassa densa e dal classico colore meringato.
Arrivati a cottura, estraete i dolci dal forno e versateci  sopra la glassa appena preparata, ricordandovi di spennellare per bene, rivestendo l’intera forma e poi introducete nuovamente in forno per qualche minuto, il tempo di far asciugare la glassa.
Estraete nuovamente ed infine, decorate a piacere le vostre pupe con i colori più vivaci e perché no, anche con del cioccolato fondente tritato, poi se ne avete la possibilità, prima di regalarle assicuratevi di aver compiuto un buon lavoro.

Inutile dire come le pupe possano diventare un bellissimo motivo di condivisione e di allegria in famiglia e perché no, regalare un sorriso non solo ai più piccini ma anche agli adulti.

Per la versione della pupa con il cuore di mandorla, è sufficiente semplicemente aggiungere all’impasto classico 300gr di mandorle abbrustolite e tritate e a piacere un po’ di cannella, dopodiché il procedimento è identico.

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