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Masino Verì, un uomo indomabile ma capace di donare se stesso

Il ricordo di Gaetano de Crecchio

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Qualche giorno fa Tommaso Verì, Masino, ha lasciato per sempre il suo Trabocco. L’ultimo rappresentate della cultura marinara di un tempo, un uomo capace di racchiudere in sé un immenso bagaglio di saperi, di esperienze, di vita.

Raccontare chi era Don Masino Verì non è facile, soprattutto se l’intenzione è quella di farlo senza retorica. È importante che questo territorio ripaghi le persone che lo hanno reso quello che è oggi, anche solo facendo conoscere una storia.

Gaetano de Crecchio è un ricercatore, un fotografo, un etnografo, un creativo, ma soprattutto è un osservatore attento e sensibile, capace di raccontare attraverso le sue ricerche fotografiche ed audio-visive la cultura popolare abruzzese. Ha passato mesi tra i rifugi di montagna per raccontare la cultura pastorale e ha trascorso giornate intere con Tommaso Verì sui trabocchi, per documentare la cultura traboccante-marinara

Abbiamo chiesto a lui di ricordare Masino Verì. Queste sono le sue parole. 

30 settembre 2014. Oggi è stata una giornata di quelle che non dimenticherò… di quelle che difficilmente riesci a lasciarti alle spalle…
Tommaso Verì, per tutti Masino, mi chiamava “Nonnò”; c’è voluto tempo prima che si sciogliesse con me e che mi considerasse diverso da tutti quelli che andavano ad intervistarlo, di quelli “mucciche e scappa” come li definiva lui. Con me, “lu bardasce” che lo andava a trovare e lo riempiva di domande, che lo riprendeva con la telecamera, che lo fotografava, che lo aiutava sul Trabocco, che gli faceva compagnia, con me ha deciso di raccontarsi e, non smetterò mai di ringraziarlo per questo. Era un tipo “tosto” Masino, di quelli senza peli sulla lingua, di quelli che non danno confidenza a chiunque, di quelli che se non gli stai a genio ti scacciano brutalmente ma che se “entri nelle sue grazie” ti donano tutto se stesso. Ho passato tanto tempo con lui sul Trabocco, tanto, a strecciare e ripulire reti, a girare l’argano, a svuotare la sua barchetta bianca e blu dall’acqua piovana con una mezza bottiglia tagliata, a sentire i suoi racconti e a raccontargli la mia vita. Ho passato tanto tempo con Don Masino ma poi negli ultimi anni, causa lavoro, poco tempo libero ed il resto, l’ho visto sempre meno, molto meno… Ho il cuore addolorato per questo… per aver lasciato che il tempo passasse senza andarlo a trovare ancora e ancora. La vita mi ha sbattuto in faccia ancora una volta un concetto molto semplice: il tempismo è tutto. Sono triste all’inverosimile… ma che dire??? Fortunato ad averlo potuto conoscere, fortunato per aver condiviso tante mattinate con lui sul Trabocco, fortunato per aver potuto ascoltare i suoi racconti di vita.
Lo voglio ricordare così, al “tempo presente”, con queste parole che scrissi tanto tempo fa su di lui, appoggiato con il mio taccuino sul palo dell’argano, mentre lui era intento a recuperare un polipo e alcune seppie dalla rete.
Masino di Scirocco è stato, è, e sarà il traboccante per antonomasia della Costa dei Trabocchi, è l’ultimo tenutario di un sapere che pian piano viene dimenticato e che, fortunati noi, lui ha saputo tramandare a suo figlio Orlandino e quest’ultimo lo sta facendo con Tommaso junior.
Fa il pescatore da quando era un bambino. E’ un uomo dallo spirito libero, dall’animo nobile e dalla lingua saggia e tagliente. Dal viso segnato dalla brezza marina e le mani dalle innumerevoli reti “calate” e “ritirate” durante la sua lunga ed avventurosa vita.
Dalla mente lucida ed attenta, Masino di Scirocco è un uomo semplice, dai sani principi e dalle poche pretese che ha dedicato la sua esistenza al mare, alla famiglia e al cercare di darsi delle risposte.
Incontrarlo è stata una fortuna, incontrarlo ha significato avere accesso ad una realtà, ad un sapere, ad una verità che giorno per giorno si logora e disperde silenziosamente, senza che nessuno se ne preoccupi.

Moltissime volte durante le mattinate passate insieme, mi è capitato di sentire dalla bocca di Don Masino queste parole: “Nghe sta storia ci putisse fa nu libbre” e, con grande emozione ho sempre constatato che aveva ragione. Infiniti sono gli spunti di riflessione che Masino regala a chi sta ad ascoltarlo, innumerevoli le pagine che bisognerebbe scrivere per poter raccontare in modo esaustivo una persona così speciale.
La sua è un’esistenza inconsueta e dal sapore arcaico che ruota attorno alle stagioni, la luna e le stelle, i venti e le mareggiate.
Don Masino è un grande uomo come ormai pochi ce ne sono, capaci di raccontarsi e mettersi in gioco in cambio di nulla.
Masino ha 91 anni quando ci saluta e decide di andare a costruire Trabocchi altrove, sulle nuvole: io ti ricorderò sempre e ti porterò con me ovunque, perché in fondo Masì, tu vivi dentro di me.
Buon viaggio amico mio, ti abbraccio stretto stretto.
Gaetano de Crecchio

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