martedì 20 gennaio 2015 ore 21
Milena Vukotic, Antonello Avallone
REGINA MADRE
di Manlio Santanelli
Regia Antonello Avallone
QUESTO SPETTACOLO SOSTITUISCE "LE FUGGITIVE" - I BIGLIETTI GIA' ACQUISTATI E GLI ABBONAMENTI SONO VALIDI PER IL NUOVO SPETTACOLO
Biglietti in vendita presso il botteghino del teatro nei giorni 16, 19 e 20 gennaio 2015 (16.30/19.30) oppure online
Commedia a due personaggi ambientata ai nostri giorni, “Regina Madre” prende le mosse da un classico ‘ritorno a casa'.
Alfredo, grigio cinquantenne segnato dal duplice fallimento di un matrimonio naufragato, che ancora lo coinvolge, e di un’attività giornalistica nella quale non è riuscito ad emergere, un giorno si presenta a casa della madre dichiarandosi deciso a rimanervi per poterla assistere nella malattia. In realtà egli nutre il segreto intento di realizzare uno scoop da cronista senza scrupoli: raccontare gli ultimi mesi e la morte della vecchia signora.
Ma la vecchia signora, di nome Regina, seppure affetta da ogni specie di infermità, appartiene alla categoria delle matriarche indistruttibili. Tra i due personaggi in scena si instaura così un teso duello, condotto mediante uno scambio ininterrotto di ricatti e ritorsioni, di menzogne e affabulazioni.
Fa da cornice alla vicenda un interno dall’aria domestica e rassicurante, che però, nell’offrire un perimetro ben preciso ai fantasmi mentali dei protagonisti, finisce per assumere i toni e le suggestioni di un realismo allucinato. In questo microcosmo dai confini continuamente invocati e negati, madre e figlio si inseguono, si cercano e si respingono saccheggiando presente, passato e futuro, in una incalzante altalena di emozioni che hanno nel grottesco la tonalità dominante.
A soccombere, alla fine, sarà il figlio. Ma, come sempre accade nelle coppie legate per la vita e per la morte, anche qui non sarà possibile, e neanche legittimo, distinguere il vincitore dal vinto.
Rappresentata in tutta Europa e ancora in scena in molte nazioni, “Regina Madre” vanta, tra le sue prime recensioni, quella di Eugène Ionesco.