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La saltarella, quando i balli popolari raccontano la memoria dei nostri luoghi

Domenica 3 luglio a Frisa si torna a ballare come un tempo, Anna ci racconta “Per amor di Saltarella”

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FRISA -  Tradizioni del passato che ritornano, la saltarella è uno dei balli tipici della nostra terra che ogni piccolo paese ha interpretato a suo modo, simbolo di festa e di convivialità quando alla sera, stanchi dopo le fatiche della giornata, ci si ritrovava in compagnia per ballare. Occasione per rilassarsi, ma anche momento d’incontro tra gli abitanti del paese e i giovani che in poche circostanze potevano avvicinarsi con quella naturalezza.

La saltarella è un pezzo autentico della cultura popolare della nostra terra, Anna Anconitano da più di 10 anni coltiva la sua passione per la danza popolare per far tornare attuale parte della memoria storica ripartendo proprio da chi ha ancora vivo il ricordo dei genitori che ballavano la saltarella, ma anche di chi era protagonista di quelle serate di gioventù in piazza, tra storie di incontri e momenti di spensieratezza.

Dopo tante iniziative, ci racconta Anna, anche quello di Frisa nasce con questo intento, non si tratta di mostrare quelli che sono i balli ormai già codificati nella tradizione anche dai gruppi folkloristici, ma si tratta di coinvolgere tutti in un laboratorio aperto dove i ricordi di ognuno aggiungono un tassello. Non una lezione accademica ma un’occasione per tornare a ballare come si faceva una volta, con la stessa spensieratezza, raccontando anche le differenze nelle movenze, negli atteggiamenti tipici di esperienze culturali differenti in ogni luogo dell’Abruzzo.

Una domenica pomeriggio a Frisa, “Per amor di Saltarella” è l’evento realizzato in collaborazione con il Comune di Frisa, la Pro Loco e l’Associazione Culturale “Tracce”. Dalle 18.00 nel Palazzo Caccianini inizierà il laboratorio con alcuni danzatori e danzatrici della zona, ma soprattutto con le famiglie per ricordare la saltarella, quella che a Frisa si faceva con le conche sulla testa e attraverso la quale le donne, con eleganza, si facevano portavoce di una storia popolare che per i più giovani è ancora sconosciuta.

Una festa dunque anche con la degustazione di prodotti tipici nel momento conviviale e con la musica di Antonello di Matteo alla zampogna, ciaramella e organetto e Denis di Donato, voce e con tamburo e chitarra a battente.

 

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