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Rolando D'Alonzo presenta a Fossacesia "La misura del cielo"

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Domani, venerdì 12 luglio, alle 21.15, al Parco dei Priori di Fossacesia, serata d'autore con la presentazione del romanzo "La misura del cielo" (Di Felice edizioni) dello scrittore, poeta e regista Rolando D'Alonzo. Intervento critico di Nicoletta Fazio. Letture di Giuseppina Fazio. Sarà presente l'autore. L'iniziativa, organizzata da Scribo in collaborazione con l'Associazione Culturale "Favole in valigia" di Lanciano, gode del patrocinio del Comune di Fossacesia. Ingresso libero.

Rolando D’Alonzo è nato a Chieti. Ha svolto gran parte delle sue attività a Pescara, Milano, Roma e nel nord Europa. Ha lavorato in RAI come funzionario e poi come sceneggiatore, redattore e regista. Oltre alla scrittura per il cinema, il teatro, la radio e la televisione, si è dedicato e si dedica da tempo alla poesia, alla narrativa, alla drammaturgia, alla saggistica e alla critica letteraria. Tra le sue opere ricordiamo: “Gli ultimi poeti della strada”, antologia-romanzo sui poeti antagonisti dello sperimentalismo, un tracciato sui giovani autori che già nel 1973 amavano misurarsi nella ricerca di un rinnovamento della lingua letteraria attraverso anche l’apporto di un nomadismo geografico e culturale; “Fancy hand”, “Navigazioni”, “Kreuzberg”, “Mitologia Minore”, “Lune”, di poesia; “Osman il turco e altri racconti”, con lo pseudonimo di Efel Trani, “Estate”, “Tridollars”, di narrativa. Ha scritto radiodrammi e sceneggiature e drammi per il teatro tra i quali ricordiamo: “Nessuno per Itaca”, “Ritorni”, “Dardanidi”, “Oceano”, “L’angelo di neve”, “Diario di casa”, “Lo specchio magico”.

In una Amburgo di inizi anni Sessanta, frenetica e immersa nelle brume, specchio di un microcosmo europeo e multiculturale, muove i suoi passi Attilio Saraceni, il protagonista de La misura dei passi, "piccolo esule venuto dal Regno delle Due Sicilie", come lo definisce l'autore, "un modesto emigrante meridionale, deluso dall'Italia, esasperato dal sistema delle raccomandazioni e del nepotismo", che, in una "ritirata moderna" è partito verso il nord Europa in cerca di quel lavoro che il suo Paese gli nega. Attilio si connota subito come un personaggio pervaso da inquietudini novecentesche e romantiche, ma anche come un eroe mitologico, un Prometeo dalle venature esistenziali e poetiche, concreto e visionario contemporaneamente, calato nella storia del suo tempo e in perenne fuga da essa, come ben evidenzia lo stesso protagonista: "... io inseguivo sempre un sogno, una maledizione, una condanna, un altro tipo di società...". Del resto, la prima caratteristica che balza agli occhi de La misura del cielo è la compresenza e la convivenza da un lato della dimensione storico-sociale, dall'altro di quella allusivo-simbolica; del carattere realistico della vicenda narrata, ma anche del contorno mitico che si profila con nitidezza nelle pagine e che richiama e dà vita a quella "mitologia minore" tanto cara a Rolando D'Alonzo anche in poesia. La prosa del romanzo, attraversata da una fitta rete di riferimenti letterari, fluisce in un linguaggio elegante, ma composito, eclettico, eterogeneo, ricco di contaminazioni e di un lessico proveniente da registri linguistici diversissimi (arcaismi, termini aulici, regionalismi, parole dialettali, straniere, gergali, neologismi...), che ne fanno un tessuto espressivo originale e mobile, teso tra tradizione e sperimentalismo (dall'intervento critico di Nicoletta Fazio).

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